INNUOS ZEN MINI MK3
Federico Montanari
In negozio sono arrivati i nuovi player di Innuos e Stefano mi ha fatto portare a casa lo Zen Mini per poterlo provare nel mio impianto a confronto con la mia attuale configurazione che consiste in un Mac Mini e in un NAS Qnap di alta gamma che costa circa come lo Zen Mini e si tratta di un quad core con 40gb di ram su rete 10gbe (lo utilizzo anche per lavorare foto e video e la sua velocità è davvero elevata, anche in virtù di un sistema dischi in raid 0 su unità m.2 per sistema operativo e programmi, oltre che su 6 dischi tradizionali in raid 5 come archiviazione). Il Mac invece è un Mini M1 base con 8gb di ram.
L’impianto hi-fi consiste in una sorgente Bricasti M1 SE con scheda MDX e streamer lan, un finale Mark Levinson 332 e una coppia di casse Mirage M-1 si. Collegamento tra DAC e finale tramite Nordost Frey 2 bilanciato e Nordost Baldur per quelli di potenza. Cavo di rete Nordost Heimdal 2 collegato allo switch Nuprime con relativo alimentatore separato, distributore di corrente elettrica sempre Nordost con cavi di alimentazione Quantum per le elettroniche e PS AUDIO Perfectwave AC-12 in ingresso alla ciabatta. Nordost Qpoint sul DAC e Nordost Sort Kone AC sotto la Nordost QB4.
Partiamo da una piccola premessa; in un passato non molto lontano ho avuto modo di provare a casa mia due diversi Melco con costi di 4/5 mila euro che mi avevano molto deluso, sia come operatività che qualità di riproduzione musicale e quindi avevo dedotto che questo tipo di apparecchi servissero solo a spennare l’audiofilo inesperto che pur di non usare un computer per la liquida si affidava a sistemi preconfezionati con estetica simile ad un componente hi-fi. Da allora ho sempre guardato con estremo sospetto a questo genere di apparecchi ma la curiosità (maledetta!) alberga sempre in chi ha delle passioni e degli hobby come il nostro ed ecco che accetto di fare la prova per vedere se prodotti come questo, tutto sommato accessibili per prezzo, possano aiutare chi non vuole usare un computer per la liquida.
Facciamo una breve descrizione della filosofia aziendale e di cosa dice il costruttore, non un elenco delle caratteristiche che potete trovare anche sul nostro sito all’interno della pagina “catalogo”. Partiamo col dire che Innuos costruisce i suoi prodotti in Portogallo mentre la progettazione è inglese e a me questa cosa piace molto perché non ho una grande simpatia per i prodotti cinesi. Inoltre è una ditta specializzata perché fa solo questo tipo di apparecchi, partendo da un modello base sotto i mille euro fino a toccare vertici, con lo Statement, davvero elevati, con relativi costi…
Dentro a questi apparecchi troviamo un computer ottimizzato per riprodurre musica e nient’altro che musica, dove i componenti vengono selezionati con grande cura e cognizione di causa. Ecco per esempio che troviamo schede logiche costruite su specifiche, processori quad core Intel a bassa frequenza, assenza di ventole di raffreddamento per un funzionamento ultra silenzioso e per evitare ogni possibile disturbo, ram selezionata, alimentazioni specifiche per uso audio e porte di collegamento, sia usb che lan, trattate appositamente per collegarsi ai nostri DAC. L’hard disk interno viene montato su sospensioni che lo rendono praticamente non udibile anche avvicinando l’orecchio allo chassis. Su alcuni modelli poi si può scegliere anche una unità ssd.
Ma veniamo ora al nostro Zen Mini MK3 che si presenta molto compatto, con un’alimentazione esterna di tipo switching in dotazione (aggiornabile con alimentazione esterna lineare) una meccanica Teac per acquisire i nostri cd, le istruzioni, i cavi di alimentazione e quello lan. Lo collego elettricamente al mio impianto non utilizzando la ciabatta Nordost dove sono collegate le elettroniche ma su una di servizio per tenere separate dall’impianto audio le alimentazioni switching. Collego quindi il cavo Ethernet dal mio switch Nuprime alla porta lan dello Zen Mini. Dietro esiste una seconda porta lan chiamata streamer che vedremo più avanti.
Questo prodotto offre diverse opzioni di utilizzo ed è dotato di un suo sistema per ascoltare radio internet e musica in streamer dalle varie piattaforme. Offre inoltre un plus che molte persone adoreranno, cioè quella di infilare un cd della propria collezione nel suo slot-in e trovarsi, dopo 5 minuti circa, il file archiviato completo di metadati e copertine, senza fare nulla; l’hard disk più piccolo, cioè quello da un terabyte, può contenere circa 3.000 cd rippati. Non è fantastico? In aggiunta alle uscite digitali, offre quelle analogiche rca tramite DAC interno ad alta risoluzione 24bit/192khz. Alle 4 porte usb è possibile collegare un DAC esterno come degli hard disk o delle chiavette. Tutto si controlla tramite la sua App in maniera semplice e intuitiva per chiunque abbia uno smartphone.
Il mio utilizzo per questa prova prevede tuttavia di spremerlo in un utilizzo pesante, non previsto, utilizzandolo come Roon Core su una libreria da 12tb contenente anche parecchi files DSD. Questo Zen Mini è dotato di “soli” 4gb di ram (a differenza dei fratelli più grandi che ne possiedono il doppio, cioè 8gb) e solo metà della ram viene dedicata al playback, sicché qui ne abbiamo a disposizione 2 per la riproduzione audio contro i 4 dei modelli superiori. Al di là della libreria che ci ha messo un giorno a essere generata (12 terabyte sono comunque una bella mole di dati), e al fatto che loro consiglino gli 8gb su librerie estese come la mia, tutto è filato liscio e sono stupito di come funzioni senza mai un tentennamento anche dandogli in pasto files dsd e cambiando spesso brano/disco. Pensavo onestamente che andasse in crash ma non è mai accaduto.
Veniamo ora alla parte importante, quella che interessa di più a noi audiofili, e cioè come suona. Sinceramente sono molto stupito della resa audio di questo prodotto e non nascondo che non me lo sarei mai aspettato ma ho dovuto ricredermi. La differenza nell’utilizzo con Roon a confronto del Core presente sul NAS e sul Mac Mini è quasi imbarazzante; un incremento di prestazioni notevole! La scena diventa granitica sviluppando un palcoscenico che proietta un’immagine olografica dove ogni strumento ha una collocazione precisa con una messa a fuoco strepitosa e i diffusori spariscono dalla camera d’ascolto. Che sia una grande orchestra, una formazione da camera o il singolo strumento, tutto prende un’altra luce, quella di un realismo palpabile. Idem per le voci che diventano scolpite dando l’illusione di avere il/la cantante davanti a se. Davvero non avrei mai creduto che a parità di player (Roon) ci potessero essere queste differenze! A questo punto, già strafelice del risultato, faccio un’ulteriore prova e cioè quella di connettere il cavo di rete lan direttamente all’uscita apposita sullo Zen Mini (chiamata non a caso streamer) al posto dello switch Nuprime; ulteriore step in avanti per quanto riguarda la timbrica generale ed è tutto ancora più bello ed ammaliante. Ho poi il riscontro di un amico audiofilo che è venuto a trovarmi e posso garantire che non ho sognato perché lui stesso ha confermato le differenze. Questi signori di Innuos sanno fare davvero bene il proprio lavoro. Adesso diventa davvero difficile per me fare a meno di questo strumento…
Un consiglio? Non provatelo!