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Giuliano Carmignola – Mozart: The Violin Concertos; Sinfonia Concertante
14 Gennaio 2023
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Julieta Eugenio – Jump
22 Gennaio 2023
Descrizione
Tamino - Amir
Peccato ridurre Tamino-Amir Moharam Fouad a un semplice erede di Jeff Buckley circondato dai Radiohead degli esordi. Soprattutto perché il cantautore belga di soli 21 anni offre molto di più di tutto questo nel suo primo album; anche se è vero che Colin Greenwood, bassista del gruppo britannico, partecipa al disco… Tamino, nato ad Anversa, affascinato da John Lennon, ha sempre serbato in un angolo della sua testa, sotto quella capigliatura nero corvino, le sue origini egiziane. E la musica araba che sua madre ascoltava in casa era ancora più significativa e intensa quando si trattava dell’opera di Muharram Fouad, suo nonno cantante e attore, una star nel Cairo degli anni ’60… Questo ecclettismo è al centro della musica di Tamino che deve tanto al folk di Buckley, alla pop dei Beatles e perfino alla malinconia nonchalante di Leonard Cohen, un altro dei suoi idoli. Ma per assodare queste influenze disparate, il giovane tenebroso possiede un’arma fatale: la voce. Un organo anch’esso plurale, capace tanto di distendersi in lentezza quanto di trasformarsi in falsetto commovente, tecnica impressionante di cui non abusa mai tra l’altro. È questo canto a trasformare Amir in un lungo romanzo straziante. Un racconto di formazione che alterna il sognante (l’epurato folk di Verses) e il lirico come in So It Goes, Each Time e Intervals costruiti su una sessione di corde arabeggianti. Un disco Qobuzissime che, a forza di ascoltarlo, impone la sua poesia originale e commovente. © Marc Zisman/QobuzVedi l'album su Qobuz