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Descrizione
Beaux Arts Trio
Shostakovich: Piano Trios Nos. 1 & 2 - 7 Romances on Verses by Alexander Blok
Il Trio per pianoforte n. 2 di Shostakovich, op. 67, è notevole per una serie di motivi. Fu scritta nel 1944, subito dopo la sua Sinfonia n. 8, con la quale condivide la struttura complessiva; è un lamento sia per l'amico intimo di Shostakovich, il musicologo Ivan Sollertinsky, sia per le vittime dell'Olocausto, la cui notizia orribile non raggiunse l'URSS fino all'inizio della liberazione dei campi; ed è il suo primo lavoro a impiegare un "tema ebraico", un tributo musicale che utilizzava le scale ei ritmi della musica popolare ebraica così come la conosceva Shostakovich. Shostakovich iniziò a comporre il trio nel dicembre 1943. Aveva solo completato gli schizzi, che poté condividere con Sollertinsky prima della morte di Sollertinsky nel febbraio 1944. Shostakovich eseguì la parte per pianoforte nella prima, il 14 novembre 1944, a Leningrado, con il violinista Dmitri Tsyganov e il violoncellista Sergei Shirinsky, entrambi membri del Beethoven String Quartet. Il primo movimento inizia con un canone Andante, la melodia suonata prima dal violoncello in armonici, che ne fa la voce acuta, poi dal violino, che diventa la voce degli archi più bassa, seguita dal pianoforte nel registro più basso. Questo poi si interrompe in un Moderato leggermente più veloce, dove la stessa melodia si sviluppa in una seconda, e l'uso del canone continua. Questo movimento è seguito da uno scherzo, ma con umorismo amaro nella tonalità di fa diesis maggiore. È un movimento veloce, simile a un valzer. Il terzo movimento di Largo in si bemolle minore si apre con ampi accordi a blocchi del pianoforte. Questo tema corale diventa il basso ostinato di una passacaglia, ripetuto complessivamente sei volte, mentre il violino e il violoncello sono di nuovo in canone con una melodia cupa e lamentosa piena di angosciose dissonanze di seconda minore tra le due parti. Si passa subito all'Allegretto finale, sempre in mi minore. Qui le figurazioni ebraiche - il modo dorico con la quarta aumentata ei ritmi lambici - - sono usate in una danza macabra che si contrappone a una marcia severa ea cinque tempi che salgono e scendono la scala. Gli archi suonano spesso pizzicato per aumentare la nitidezza della danza. Il movimento termina mentre la danza lascia il posto al corale del Largo, ma questa volta termina nella tonalità più confortante di Mi maggiore. © 2022 TiVo CorporationVedi l'album su Qobuz